I CANI – Aurora

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I CANI – Aurora

I CANI – Aurora

STUDIO SULLE RECENSIONI

Etichetta: 42 records

Uscita: 29 Gennaio 2016

Genere

La parola che senz’altro emerge più volte dagli scritti dei recensori quando cercano di definire il genere cui questo gruppo appartiene è pop. Al di là dell’accezione musicale, individuata da tale termine, si connota una più stretta congiunzione con l’aspetto sociale: viene sempre messo in evidenza come i testi di Aurora guardino al mondo giovanile e alle sue contraddizioni. Il cantante, Niccolò Contessa, viene designato come un lettore del quotidiano, che osserva e riespone nei suoi testi; il pubblico più affezionato di questo gruppo corrisponde a quello descritto dal medesimo nelle liriche dei brani. Molto spesso nelle recensioni vengono anche usati i termini Elettro e Synth, ovviamente consigliati dall’organico strumentale usato per l’album: soprattutto tastiere.

Al di fuori del contesto del live, è lo stesso Contessa il creatore delle basi musicali composte direttamente dalla sua camera senza il bisogno di un supporto umano o acustico. Il ruolo della band è per lo più secondario, di sostegno al cantante. Ciò emerge anche da un altro termine ricorrente in diversi scritti: songwriter, cantautorato, post-cantautore. Alcuni recensori rigettano questa definizione, ma è importante notare come Contessa sia l’effettivo compositore dei testi, l’interprete degli stessi e il principale fautore della musica nonché il “volto” de I Cani, quindi Autore a tutti gli effetti.

In alcune recensioni si ritrova la parola funk (forse a sproposito, lontano dallo stile armonico e dalle idee ritmiche afroamericane originarie) unita spesso a dance e anni ‘80, a delineare una certa direzione musicale più vicina al concetto di vintage e nostalgia.

Infine, un’altra parola che fa spesso capolino nelle recensioni è indie; essa è utile a designare, più che il genere, la scena italiana presso cui questo gruppo trova grande riconoscimento.

 

Influenze

Le influenze individuate dai recensori stessi sembrano accompagnare bene i generi proposti. Fra i più ricorrenti i Daft Punk per l’ovvia connessione con l’uso di synth e pianoforti elettronici, strumenti ritrovabili anche in altri artisti citati: The Superman Lovers, Schneider TM, James Blake.

Altro nome che fa spesso capolino è quello di Franco Battiato. In alcuni casi i recensori lamentano questa presenza citandolo come figura ispiratrice tuttavia troppo invadente e non necessaria per interpretare il background musicale di Contessa.

I recensori, ricercando una figura ispiratrice nel passato musicale, hanno pensato di individuarla nel sound del gruppo francese e nei testi del cantautore italiano. Tuttavia non si può fare a meno di chiedersi se ciò non sia dovuto a delle limitate conoscenze musicali degli scrittori stessi (nota: nelle interviste il cantante Niccolò Contessa non cita mai questi nomi, quanto quelli di David Bowie, Lou Reed, Nirvana, Smashing Pumpkins, Sonic Youth).

Sullo sfondo appaiono invece volti del panorama italiano più recente che condividono con I Cani la scena musicale italiana: Francesco Bianconi (leader dei Baustelle), Offlaga, Subsonica, Neffa, Max Gazzè. Oppure gruppi lontani che si avvicinano ad Aurora per le qualità del sound o delle scelte lirico melodiche: Drake, Bruno Mars, Chic, MGMT.

 

Collaboratori

Più complessa è l’individuazione di eventuali collaboratori per quest’album. Nelle interviste più vecchie si fa riferimento a Enrico Fontanelli (cantante degli Offlaga) che collaborò con Contessa per l’album precedente, deceduto prima della composizione di Aurora (Niccolò stesso gli rende omaggio implicitamente in un paio di canzoni). Il nome di Calcutta emerge perché è Contessa a comparire nel suo ultimo album Mainstream. Gli altri nomi sono quelli dei ragazzi che seguono il cantante nei live: Valerio Bulla, Simone Ciarocchi, Andrea Suriani, Francesco Bellani. Questi componenti sono fissi ma non intervengono nel processo creativo delle canzoni.

Nelle interviste più volte emerge di come I Cani sia un progetto solista con un unico autore compositore di testo e musica; nel caso dell’album Aurora, Niccolò Contessa si sarebbe chiuso nella sua camera per giorni lavorando col piano digitale e coi sintetizzatori senza l’effettiva presenza fisica di artisti di supporto; non nasconde però di aver chiesto pareri ad altri e in più ritiene di aver “fatto suoi” tutti i consigli ricevuti da amici e musicisti nel corso della vita.

 

Conclusioni

Dalle recensioni emerge come l’interesse principale sia focalizzato sull’aspetto testuale delle canzoni, mentre quello musicale sia relegato a “qualcosa di già sentito”. Tuttavia l’innovazione apportata da I Cani nel panorama italiano è proprio l’unione di timbri elettronici con liriche atte a descrivere la classe media. Contessa stesso dichiara tutto ciò: nelle sue interviste egli non vuole innalzarsi al ruolo di predicatore o di giudice quanto più di osservatore del sistema contemporaneo dominato da individualismo e social media. Così si è allontanato prima dalle sonorità rock/punk del primo album verso un soft-elettronico (più utile per accompagnare le sue tematiche) e poi ha spostato la mira della sua inventiva dalla componente locale (Roma) ad una più generica capace di coinvolgere un più altro numero di persone. Egli non esprime tanto un’introspezione di sé quanto una descrizione di ciò che c’è fuori dalla sua stanza: molti recensori rimangono in dubbio se l’autore appaia più empatico o piuttosto più ironico/cinico. Infine vi aggiunge riferimenti altri ed extra-musicali che derivano dalla coscienza del momento: libri, film, scienza e matematica (in cui è laureato), amicizie personali (per la canzone Baby Soldato), interessi mistici legati a buddismo (in Protobodhissatva), pensieri su vita e morte (Non Finirà, Finirà, Sparire); tutto questo è lo stesso Niccolò a dirlo nelle sue interviste, ma spesso viene anche ben recepito da alcuni recensori che ritrovano riferimenti comuni nei brani ascoltati.

Queste tematiche sono probabilmente condivise da grande parte dei fan del gruppo che in pochi anni è riuscito ad uscire dalla capitale per diffondersi in tutta Italia, seguendo la “sotto-corrente” indie la quale, spesso indicata come mainstream, invero cerca di fuggire i canali obbligati del “vero” mainstream italiano (come i talent show o i grandi festival della tv) apparendo piuttosto su piattaforme web e legandosi ad altri gruppi, cantanti e artisti meno conosciuti nel panorama italiano ma con cui condividono idee, pareri e inflessioni sociali. Non è comunque la regola: per Aurora non ci sono collaboratori effettivi e la band, anche se formata da amici sicuri di Contessa, viene impiegata solo nell’atto performativo; in quest’ottica l’uso del termine cantautore è assolutamente valido (sebbene a qualche recensore stia stretto).

Per dare una mia interpretazione finale alle recensioni: risulta chiaro come la maggior parte dei blogger non abbia approfonditi studi musicali o come i loro interessi siano limitati a determinati generi (è ovvio: non si può conoscere tutta la musica!),  essi tendono a ricondurre ciò che ascoltano a vari autori e musicisti del passato cercando di etichettare e organizzare il gruppo considerato entro un determinato genere e stile. Questa azione non sempre porta a maggior chiarezza (“Pop funk elettro synth indie songrwriting”?) e spesso mi chiedo quanto sia davvero necessaria: quasi tutti gli autori comunque analizzano un album o un brano emotivamente più che razionalmente, cercando di argomentare in qualche modo sul perché I Cani piacciono o non piacciono, innovino o stazionino, meritino il successo o il dimenticatoio; divertente è notare come un recensore brutale possa usare gli stessi termini di un recensore del tutto entusiasta ma con accezione completamente diversa. Proprio per questo motivo in passato non mi sono mai interessato troppo alle recensioni quanto più alle interviste: trovo più interessante individuare la logica di un processo creativo di una canzone a partire da un interesse del tutto extramusicale ; tuttavia le recensioni divengono un ottimo terreno di studio per capire come lo stesso pubblico si volga verso il prodotto musicale e di come il punto di vista individuale divenga generale quando designazioni e riferimenti si ripropongono più volte nelle varie discussioni.

 

Andrea Rampin

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